FOTOSTORIA

 

DI LINGUAGLOSSA

 

Immagini di ieri

 

kodak1            Emile Zola, nel 1901, diceva a Luigi Capuana: "A mio parere non si può sostenere di aver visto qualcosa finchè non la si è fotografata- Certamente questa affermazione dai toni molto entusiastici è in parte accettabile, perchè racchiude in se un pò di verità. Molte volte la fotografia è ambigua, piena di sfaccettature, a volte viene travisata nella sua essenza di documento di una realtà che non è più e che un fotografo ha ritenuto importante, da tramandare, appunto per questo travisabile dai posteri che si trovano ad ammirare delle im­magini che hanno fissato la memoria su di un dato personaggio, panorama o attimo fuggente, ma allora senza la fotogra­fia che cosa resterebbe nella memoria di chi ha vissuto un dato momento, se non un ricordo che si sbiadisce e che si allontana nel tempo, e che negli anni a venire diverrà una non-realtà, perchè a volte la nostra memoria ci fa ricordare dei momenti non come vissuti realmente ma sognati, dunque fotografia come memoria del passato, come mezzo unico, unicità inscindibile dal tempo, per poter rivivere e magari analizzare ed interpretare una realtà, un momento vissuto che non è più. Se è vero che la storiasi serve di ricordi tramandati a voce, oppure di documenti, allora è altrettanto vero che una foto esprime nella sua essenza la storia del suo tempo, di quel momento in particolare in cui il fotografo ha creduto. Perchè la foto è ciò che il fotografo crede sia la realtà, la sua realtà, e di come se ne serve per la propria arte. Ma se per un fotografo quel dato momento che lui decide di immortalare è importante, questo momento è altrettanto importante per noi?

koda2            Certamente può esserlo, ma la maggior parte delle volte non lo è, ecco perchè la fotografia è anche ambiguità, ecco perchè da una foto è possibile trarre diverse esperienze. Come un quadro, la foto è, dove un pittore rappresenta la sua realtà.

            La fotografia nasce nel 1839, ma la sua evoluzione procedette a piccoli passi, ma sul finire del secolo, nel 1888, George Eastman lancia sul mercato la sua «KODAK»'Tu schiacci il bottone, ed io faccio il resto Il resto è storia.

            Quindi sul finire dell'ottocento, soprattutto consoprattutto con l'entrata in commercio di macchine sempre più maneggevoli, le portatili della Kodak, ed il facile impiego si ebbe la possibilità di una diffusione a larga scala, ma furono ben pochi ad approfittarne, perchè si richiedeva una buona disponibilità finanziaria ed anche la possibilità culturale per poter coltivare questa nuova arte del registrare, del fissare scene quotidia­ne ed attimi importanti, isolandoli nel tempo e nello spazio così da renderli immortali. La prima macchina fotografica a Linguaglossa arrivò verso la fine dell'ottocento, forse nel 1885, ed a portarla fu il giovane Rosario Reganati (1866-1948) in seguito avvo­cato, che innamorato della "Nouvelle Art" ci ha lasciato un vasto catalogo di foto che oggi fanno parte delle immagini 'storiche' di Linguaglossa: l'eruzione dell'Etna del giugno 1923 che minacciò seriamente il paese e distrusse parte della borgata Catena, immagini di come era Linguaglossa agli inizi del secolo prima del primo grande sventramento, e le sue feste maggiori, i suoi stupendi panorami, ma egli indirizzò i suoi maggiori sforzi nel ritrarre il suo ambiente familiare. Il suo apparecchio fotografico era ad un obiettivo rapido F. 8 Gal. per dodici lastre cadenti nel formato cm. 9 x 12, al gelatino­bromuro.

 

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Una delle macchine di proprietà dell'Avv. Rosario Reganati

 

            Un altro grande cultore della fotografia lo si ebbe nel Dott. Gaetano Nicolosi (1870-1943) che coltivò questa nuova arte in modo completo, soprattutto si interessò di ritrattistica scattando centinaia di foto ai propri cari, agli amici ed anche ai suoi pazienti, non tralasciando però le foto illustrative. La sua macchina fotografica fu una "Steinheil" a due obiettivi di 40 mm. con magazzino per 12 lastre cadenti nel formato cm. 9x12, alla gelatino-bromuro, molto probabilmente del 1890.

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Gaetano Nicolosi

 

            A differenza del Reganati che spediva le sue foto a Catania per farle sviluppare, il Nicolosi coltivò anche l'hobby dello sviluppo, infatti all'ultimo piano della sua abitazione installò la sua camera oscura, ancora oggi esistente e che con le dovute riparazioni potrebbe ritornare a funzionare di nuovo. La sua camera oscura è piena di vetrini, di acidi per lo sviluppo e di tante altre attrezzature. Le pareti sono tappezzate di foto, di particolari ingranditi kodak5che ritraggono familiari o altri soggetti. Il Nicolosi amava creare le sue foto, cioè ricreava ingrandendo particolari di foto che magari nella loro globalità non venivano evidenziati. Quindi possiamo concludere che il Nicolosi fu il primo vero fotografo, nel senso globale della parola, di Linguaglossa.Dopo questi due pionieri della fotografia a Linguaglossa, molti altri seguirono, ma soprattutto fotografi di professione. Da citare il Sig. Gaetano Restifo, in seguito emigrato in America, che realizzò nel 1953 i primi due album illustrativi di kodak6Linguaglossa con un totale di 24 foto. Da citare il Sig. Galati, il Sig. Magro, il Sig. Finocchiaro, che ormai da trenta anni esercita questa bellissima professione lontano dalla sua Mascali ed il giovane Malfitana, per ultimo vorrei citare il Cav. Carmelo Greco, Presidente del C.A.I. di Linguaglossa, che da moltissimi anni coltiva questo hobby, scattando centinaia di foto ogni anno alla sua, ma anche nostra, tanto amata montagna, continuando con grande professionalità ed impegno la opera iniziata dal Reganati e dal Nicolosi.E' grazie a tutti quelli che hanno cercato di imprimere su di una lastra o su di una pellicola la loro realtà e la loro cultura che oggi noi possiamo, attraverso questo excursus fotografico, immagini di ieri, contribuire al recupero delle memorie culturali e storiche di Linguaglossa.


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