DESCRIZIONE ANALITICA DEI TOPONIMI

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OBERDAN,  VIA  GUGLIELMO

(Trieste 1858 - 1882) - Irredentista. Chiamato alle armi dalla patria austriaca nel Luglio 1878, vestiva l’odiata divisa, fuggì a Roma, dove prese paret attivissima al movimento irredentista degli emigrati. Mentre a Trieste si celebrava il 5° centenario della dedizione della città all’Austria con l’intervento dell’imperatore Francesco Giuseppe, partì provvisto di bombe con un compagno, Donato Ragusa, per la città natale. Tradito da spie, fu arrestato e condannato a morte mediante capestro.

OLIO,  VICO  DELL’

Principale prodotto delle nostre campagne.

ORFANELLE,  VICO  DELLE

Si veda la descrizione di  Via del Bussolo.

OSLAVIA,  VICO

Villaggio e altura alle soglie di Gorizia. Fin dall’inizio della Guerra 1915-’18 gli Austriaci ne avevano fatto un caposaldo della difesa della testa di ponte goriziana. Teatro di numerosi e sanguinosissimi combattimenti, in uno dei quali cadde il nostro Pietro Scuderi, Oslavia veniva espugnata dalle truppe italiane tra il 6 e il 7 agosto del 1916, rendendo così possibile la conquista di Gorizia.

OSPEDALE,  VIA 

L’Ospedale S. Rocco (il titolo è recente e gli proviene dalla vicinanza dell’antica Chiesetta) è stato fondato nei primi anni del XVII secolo. Il linguaglossese Signorino Vecchio, con testamento del 18 Maggio 7 Ind. 1609, ricevuto dal Notaio Giovan Francesco Indelicato, dettava le sue ultime volontà, e, compreso dei bisogni dei suoi poveri concittadini, legava duecento onze del suo patrimonio per l’istituzione dell’opera pia. Item lo predetto - si legge in quel memorabile testamento - voli et comanda alli suoi Heredi universali che fra termini di anni quattro del giorno della sua morte innnanti da contarsi, habbiano e debbiano di pigliare onze duecento sopra la detta eredità ad effetto con quelli comprarni onze venti di rendita a nome dello suddetto Hospitali come di sopra a Dio piacendo da fabbricarsi per detti procuratori o giurati di questa Terra: quali onze venti di rendita come di sopra da comprarsi, debbiano servire per substentamento et mantenimento dello predetto Hospitali... itacchè se infra il detto termine di anni quattro... il detto Hospitali non sarà completo et fatto in ordine per alloggiamento delli Poveri e delli Pellegrini che passeranno da questa predetta Terra, in tal caso dette onze duecento si abbiano da pagarsi et applicarsi alla fabrica del Convento dei Cappuccini in questa Terra  a Dio piacendo da fondarsi... et questo per Dio, l’anima et remissione dei suoi peccati imperocchè cossì ha voluto et li ha piaciuto et piace di fare, e non altrimenti nè in altro modo. Per tutto il Seicento e Settecento una schiera di pii testatori si adoperò all’incremento dell’iniziativa di Signorino Vecchio. Nel corso dell’Ottocento la schiera si fa più numerosa. Nel suo testamento mistico  del 7 Luglio 1820, ricevuto dal Notaio Luigi Pafumi, il linguaglossese Emanuele Petroccitto, fra l’altro, dispone: Lego a questo Venerabile Ospedale quel Noccioleto e Terre nel Territorio di Castiglione che comprai da Don Pietro Gisarra, come pure onze quattrocento di denari contanti... acciò venissero alimentati e curati in esso Ospedale i poveri infermi, non solo nelle malattie fisiche, ma anche Chirurgiche, che necessiterà soggiornare in detto Ospedale; quelle persone però che per le malattie Chirurgiche avranno bisogno della sola medicatura, si adibisca questa, senza residenza in esso, rimettendomi alla caritatevole prudenza del Signor Medico e Signori Amministratori di esso Ospedale, anzi se vi sarà persona di questa città infirma, o fisicamente o in Chirurgia povera, che per giusti motivi non possa o non debba soggiornare nello Ospedale, gli si dia qualche soccorso a misura della sua veritiera indigenza, non solo per la cura che per il vitto. Quattro anni dopo è la volta di Francesco Salesio Reganati che al Capitolo ottavo del suo solenne testamento (ricevuto in data 27 Marzo 1824 dal Notaio Luigi Pafumi), dispone: Lego allo Spedale de’ Poveri di questa Comune Onze due e grana dieci annuali in perpetuo; i deputati di esso Spedale devono in ogni anno spenderli in beneficio delli poveri ammalati in suffragio dell’anima mia. La bella tradizione continua per tutto il secolo e giunge sino ai nostri giorni; tra i benefattori vanno ricordati Concetto Scarlata Mannino, il Sac. Girolamo Stagnitti Vecchio, Carmelo Previtera Milana, Francesco Reganati Puglia, il Dottore Ignazio Nicolosi per l’Ottocento; e per questo secolo Gregorio Previtera Milana, Rosario Scarlata Puglia, il Dottore Antonino Vecchio Milana, Francesco Milana Vecchio (forse il più munifico di tutti; ma l’omonimia con gli altri Milana ci vieta purtroppo di dedicargli una via), Ant. Mannino Conti, Giuseppe Pafumi, Giuseppina Boemi, Egidio Reganati.


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